38 Ash Road, Londra, Inghilterra E15 1HL, Regno Unito

Novembre 2017, alla ricerca del mondo di sotto

Soggiorno a Londra, ospite a casa di David & Moglie. Una coppia che affitta camere, biciclette e campa con gli ortaggi coltivati in giardino (grazie #airbnb).  Proprio come nel mio -libro di immagini inventate dalla mia mente- , i due abitano in una graziosa casina inglese con il giardinetto. ( Delle volte credo di aver passato le mie vite precedenti in Inghilterra, mi spiegherei tante di quelle cose…).

38 Ash Road, Londra, Inghilterra E15 1HL, Regno Unito

Uscendo ho fotografato  (CREDO TUTTO) ciò che mi abbia ricordato qualcosa che dovevo probabilmente ricordarmi.

Da che parte?

Il piano di non avere piani si rivelò abbastanza soddisfacente. Oltre a seguire “il bian coniglio” volevo vedere Richmond Park. Da casa mia era un pò distante, ma a distanza vidi delle case che sembravano la mia.

Richmond Park

Per incontrare i cervi sono entrata di nascosto in una villa fino a notte pesta credendo di morire lì.

Qui è dove nasce lui, Alice e la fiaba…

Mentre camminava con il suo strano passo a scossoni,

quasi a salti, per le strade di Oxford,

quante volte Charles Dodgson deve aver pensato

che il mondo era soltanto un gioco illusorio di ombre e di luci.

Sebbene tutto fosse un sogno, un amore traboccante,

una morbidezza dolorosa gli stringevano il cuore,

appena la “sovrumana bellezza” di qualche bambina risvegliava in

lui il ricordo di un Eden perduto per sempre.

(Pietro Citati, Le avventure di Alice nel paese delle Meraviglie e Attraverso lo specchio (Alice’s Adventures in Wonderland and Through the Looking Glass,1865) Mondadori, Cles (TN), 2009. p. 7.)

 

Chi è l’autore di Alice nel paese delle meraviglie?

“Nessun uomo fu mai attratto così profondamente dal mondo ignoto, che sta al di là del nostro, quanto Lewis Carroll. Charles Lutwidge Dodgson, questo il suo vero nome, scelse come nome d’arte Lewis Carroll, anagramma del nome d’origine.  Nel 1861 fu costretto a prendere gli ordini ecclesiastici come diacono per poter fare carriera in università, ma decise di non diventare sacerdote, cosa che gli avrebbe permesso di sposarsi e prendersi cura di una parrocchia. In seguito gli fu assegnata la cattedra in matematica ad Oxford ma è noto che trovasse l’insegnamento privo di stimoli. Carroll soffriva probabilmente di una forma emicranica detta emicrania con aura, sindrome dove il dolore emicranico è preceduto da particolari sintomi neurologici simili per certi versi all’epilessia (perdita parziale del campo visivo, visione di luci a zig zag). Un problema che all’epoca era un notevole fardello poiché considerato ancora un male misterioso e mistico, quasi come una diavoleria. Molti sostengono, in realtà, che questa sintomatologia possa aver ispirato il carattere onirico e fantasioso delle sue opere.”

Dove insegnava

All’interno del Christ Church insegnava matematica e logica, motivo per cui lo troviamo anche nel dipinto appeso nella grande mensa ( si!  il luogo che ispirò la Sala Grande di Harry Potter con le candele fluttuanti). Dopo un pò di fila, entrando nella maestosa sala ( tutt’ora funzionante), portando il naso in sù nei disegni delle altissime vetrate, troviamo la figura di Dodgson e la piccola Alice Liddell. Spostando lo sguardo verso il basso, un lungo, lunghissimo collo fa da “reggi legno” nell’enorme caminetto, non ricordo se fù una citazione alla fiaba o se addirittura fù Carroll stesso a prenderne ispirazione per la scena in cui ad Alice le si allunga il collo vertiginosamente.

Come da tradizione, ho rubato un cucchiaino da zucchero.

Mi sono finta una studentessa gironzolando per la cattedrale – università

L’ossessione per le bambine

Sapevo che nel giardino del college ci fosse da qualche parte una porticina in cui Alice e le sue sorelle erano solite giocare e che probabilmente ispirò Carroll per la Tana del Bianconiglio.

Quando ero lì ad Oxford giuro di aver chiesto a tutti dove si trovasse questa benedetta porta. Dopo essere entrata a caso in un ufficio vuoto ed infine suonato al campanello del probabile direttore dell’università ( che faccia tosta che ho ) …ecco che quest’ultimo un pò scocciato da un Italiana curiosa ed impertinente, un pò impietosito mi apre il suo studio ( pazzesco che ve lo dico a fare). Oltre la sua immensa sala piena di libri e oggetti antichi c’era una grande finestra, enorme aggiungerei, che portava al giardino…Lui si gira verso di me e con tono da direttore  fà ” 5 minutes!”

In quei 5 minuti ho fatto un viaggio nel tempo di 200 anni, cosciente di essere esattamente nello stesso luogo in cui un probabile Carroll di 30 anni  scattava la sua amata bambina di 7 nei panni della “piccola zingarella”. Un luogo così intimo era ora di fronte ai miei occhi. Ho avvertito un sentimento d’imbarazzo, come se quasi avessi violato la loro privacy storica.

 

Felice e soddisfatta della mia visita nerd nella “Casa di Alice” ho fatto una passeggiata per la magica città

E speso tutti i miei soldi in souvenir dedicati

L’ultima notte l’ incontro magico

Proprio davanti casa. Quanto speravo di vederne una! Mi ha ricordato il discorso del piccolo principe alla Volpe, quasi come se mi stesse aspettando.
Io di certo ero felice di vederla, chissà se era addomesticata pure lei.

IL motivo del viaggio 

La mia tesi di laurea nel 2015  – La fame di Alice-  l’ho dedicata all’ opera “Alice in Wonderland”, 1865, e “Trought the Looking Glass”, 1871.  Il progetto fotografico che mi permise di ampliare le mie conoscenze ( e fissazioni) riguardo il “mondo di sotto” di Lewis Carroll. Autore, Matematico e Logico britannico nonché pioniere della fotografia Vittoriana dell’800.

6 mesi, una lode e 10 kg non mi bastarono per studiare ed ammirare ciò che la sua mente e mano avevano prodotto. Decisi quindi di andarlo a trovare proprio a casa sua, ad Oxford. Partimmo Io e la mia Macchinetta Fotografica, compagna d’avventure, passepartout del mio cuore ed antidoto di solitudine.

La missione?  Visitare la casa di Alice. Quella Alice che ha segnato il mio gusto, la mia color palette ed i miei sogni più intimi.

La colpa? Tutta di Carroll.

Fine

 

 

 

 

 

 

 

 

una volpe (oh)

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